Roma Masters Series

Internazionali d'Italia

 

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Roma Masters Series 2002

 

 

 

Curiosità

Da quando gli Internazionali di Roma sono entrati a far parte del ristretto numero di super-tornei Master Series, le cose sembrano, contro ogni previsione, peggiorare di anno in anno invece che migliorare. Quest'anno al Foro Italico i tagli alle spese hanno addirittura superato la soglia del buon senso. Il vecchio "Centrale", quello che stagione dopo stagione cambia nome apparentemente per il solo scopo di confondere le idee ai poveri appassionati che seguono il torneo romano in loco (da "Centralino" a stadio della "Pallacorda" a "Campo delle statue") per l'edizione 2002 è stato nuovamente restaurato, ovvero è stato privato anche dell'erbetta presente a bordo campo, unica superficie in grado di mitigare, fino allo scorso anno, la fortissima riflessione solare all'interno del "catino bianco". I mattoncini di cemento colorato che hanno preso il posto dell'erbetta non servono allo scopo di rendere il paesaggio meno spoglio. Gli addetti alla canalizzazione del pubblico in ingresso alle gradinate del "Campo delle statue" sono stati eliminati; in pratica da quest'anno nessuno impedisce più alla gente di entrare nello stadio e camminare tranquillamente sulle tribune durante lo svolgimento dei giochi.
La situazione, se possibile, appare ancora peggiore per il "Centrale". Gli addetti al controllo dell'ingresso del pubblico sugli spalti ci sono, ma sono pochissimi ed in pratica è possibile salire in tribuna quando e come si vuole. Sarà per questo che i televisori posti ad ogni ingresso, quelli che permettevano alla gente di seguire lo svolgimento del match in attesa di poter entrare, sono stati rimossi: ne rimangono a ricordo le custodie in legno. Il tabellone elettronico, apprezzatissimo, che lo scorso anno aggiornava in tempo reale le persone sedute sugli spalti del "Centrale" sui risultati che maturavano nei campi secondari (che a loro volta hanno perso il vecchio nome di "Ground"), è scomparso, così come quelli relativi alla durata dell'incontro in svolgimento sul "Centrale" stesso ed alla velocità del servizio del giocatore in battuta. I sediolini che accolgono le persone sulle Tribune Internazionali e sui Distinti, oltre a scolorire, a causa dell'avanzato deterioramento, rendendo di un verde acqua il fondoschiena di migliaia di persone, non vengono puliti da chissà quanto tempo. Il cielo sovrastante è ricoperto di pini... Gli stessi pini che, pochi giorni prima dell'inizio del torneo, sono stati trattati con il veleno antiparassitario. Al primo alito di vento, ogni giorno, l'aria diventa in breve tempo irrespirabile assumendo una colorazione che tra il giallo ed il verde.
Per concludere, c'è da annotare il fatto che da quest'anno in nessun campo, "Centrale" compreso, si riscontra più la presenza del giudice del "net". Avranno installato il dispositivo di rilevazione elettronica?
 

Giangiacomo Mariani



Finiti i tempi in cui lo spagnolo Alvarez divertiva il pubblico più fuori che dentro il campo con le sue battute, i suoi scherzi, i suoi cappelli deliranti e le linguacce disegnate al posto degli autografi sui fogli dei ragazzini che chiedevano la sua firma, quest'anno il premio simpatia ai TMS di Roma se lo è aggiudicato certamente il marocchino Younes El Aynaoui. Mentre la gran parte del pubblico presente al Foro Italico nella mattinata di martedì 7 maggio vedeva calamitata la propria attenzione dagli spettacolari colpi in allenamento di Andre Agassi con l'alfiere, suo connazionale, James Blake sul campo n. 3, infatti, il gigante nordafricano, vedendo passare lì vicino il biondo argentino Gaston Gaudio, interrompeva l'idillio esclamando alla folla: "Invece di chiedere l'autografo ad Andre, chiedetelo a Gaudio e fategli anche i complimenti perché... ha una fidanzata bellissima!". Il tutto in perfetto italiano. E finiti i tempi di Marcelo Rios, o almeno rimandati all'anno prossimo, non essendoci in giro nel circuito altri tennisti talmente "scorbutici" da mandarti a quel paese in spagolo quando gli chiedi l'autografo, il premio al più "antipatico" quest'anno se lo aggiudica l'italiano Stefano Galvani che, incurante del suo 117° posto nel ranking mondiale, snobba incredibilmente i ragazzini assiepati ai bordi dei campi in cerca di una firma. Di tutt'altra pasta, invece, l'altro eroe azzurro di inizio torneo (esaltante la sua vittoria su Corretja al primo turno), il davisman Giorgio Galimberti che non lesina mai, al contrario del collega padovano, sorrisi e disponibilità. Ma il premio per il più disponibile in assoluto quest'anno va assegnato sicuramente alla rivelazione James Blake, giustiziere del nostro Gaudenzi. Se a bordo campo lo aspettano 30 persone, lui firma 30 autografi; se lo aspettano in 50 ne firma 50. Una sicurezza. Senza dimenticare che è l'unico
tennista osservato al Foro che ringrazia i raccattapalle (in italiano) ogni volta che riceve una pallina. Particolarmente gentili e disponibili, comunque, anche il vincitore Agassi (che si ferma ogni anno più a lungo ad interloquire e scherzare con il pubblico), gli ex re di Roma Ferrero e Kuerten, il n.1 marocchino El Aynaoui ed il ceco Daniel Vacek, mentre non è stato affatto difficile individuare, tra la folla sulle tribune a seguire qualche incontro dei campi minori, l'idolo delle ragazzine Pilippoussis (Clement-Johansson) e lo svizzero ex campione olimpico Rosset (doppio Etlis/Arnoud-Safin/Canas).


Giangiacomo Mariani